giovedì 24 luglio 2014

L’uso dei tempi nella narrativa 4

L’uso del passato e la consecutio temporum.
Una rubrica a puntate a scadenza pseudo-casuale.


4 – Il presente storico.

Dopo una pausa mostruosamente e colpevolmente lunga, eccoci finalmente arrivati alla quarta e (per il momento) ultima puntata di questa pseudo-rubrica sull'uso dei tempi passati in narrativa.

L'argomento di questa puntata finale è, come già annunciato, l'uso del presente storico e i suoi rapporti con gli altri tempi del passato.

Buona lettura!






Nella prima puntata di questa rubrica visto come "[...] l'imperfetto sia un tempo indefinito e continuativo: esso cioè non chiarisce né il momento preciso in cui un'azione è avvenuta, né se essa si sia conclusa o se perduri nel suo svolgimento o nei suoi effetti. Esso inoltre consente di esprimere la simultaneità di eventi nel passato [...]".

Nella seconda puntata abbiamo invece chiarito come il passato prossimo e gli altri tempi del passato siano invece tempi definiti e conclusivi (perfettivi). Essi cioè esprimono un'azione che si è svolta in un preciso momento nel passato è che si è conclusa: "Maria ha pensato alle vacanze e ha fumato".

Nella terza puntata di questa rubrica abbiamo infine parlato dell'uso combinato dell'imperfetto e degli altri tempi del passato.

Cominciamo col dire che il presente storico altro non è che il presente indicativo usato in sostituzione dei tempi passati.

La vita di Napoleone è stata segnata dalle isole. "Nato in Corsica nel 1769, muore a Sant'Elena nel 1821." Ovviamente quel "muore" sta per "morì".

Questa tecnica viene utilizzata in diverse situazioni e per diversi motivi: la troviamo spesso (ad esempio) nel raccontato e nei riassunti; c'è chi la usa per dare maggior immediatezza all'azione o per suscitare una sensazione di vicinanza anche spaziale al lettore, e così via. Molto sta, insomma, alla sensibilità dell'autore e agli effetti che vuole ottenere con il suo uso.

La cosa importante è che il presente storico permette di individuare un nuovo piano temporale di riferimento nel passato, rispetto al quale si articolano azioni precedenti o posteriori a quella per cui il presente viene adottato, a loro volta espresse mediante l'uso di tempi passati e futuri disposti secondo le regole della consecutio temporum.

Senza utilizzare roboanti esempi di importanti scrittori e letterati, vi porto un esempio secondo me ottimo per farsi un'idea di quello di cui stiamo parlando e che, penso, sarà noto alla stragrande maggioranza di voi. Avete mai guardato il programma "BLu Notte" di Carlo Lucarelli? Avete presente? Circondato da immagini e sagome di cartone, Lucarelli ripercorreva in ogni puntata un diverso mistero italiano utilizzando sistematicamente il presente storico:
Lucarelli.gif"Oggi nessuno si ricorda di Tizio, ma trent'anni fa il suo nome era sulla bocca di tutti. Tizio arriva a Milano nel 1975, Da solo. Dopo un paio di mesi, dopo aver risposto ad un annuncio trovato sul giornale, prende in affitto un piccolo appartamento di proprità di Caio. Solo che Tizio conosce bene Caio. L'ha incontrato due anni prima a Palermo. Lo ucciderà sei mesi dopo."
Ovviamente questa è solo una parodia, ma illustra bene il sistema. Il nostro finto Lucarelli parla (oggi) di un evento accaduto nel passato che, nella narrazione, diventa il punto di riferimento per le azioni che ad esso si riperiscono, sia passate che future.

Va da sè che il presente storico può essere usato indifferentemente con tutti i tempi del passato, nonchè col futuro. Tra l'altro, il presente storico può avere valenza sia perfettiva che imperfettiva, a seconda del verbo usato e della situazione.

I campi di utilizzo di questa forma temporale sono quindi molto ampi, l'importante è, come sempre, di utilizzarla cum grano salis.

Spero queste chiacchierate temporali vi siano piaciute (o per lo meno non vi abbiano fatto addormentare). Alla prossima rubrica!

P.S. - Un'ultima nota sul presente indicativo: esso è un tempo molto versatile, tanto che può essere usato anche in sostituzione del futuro, cosa che tutti facciamo molto spesso magari senza rendercene conto:
"Ciao. Ho saputo che presto andrai in ferie."
"Sì, parto domenica."
"E quando torni?"
"Tornerò tra due settimane."
Ci avevate fatto caso?

1 commento:

  1. PAURA! Diciamo anche che l'idea di mettere De Luigi-Lucarelli è stata mia...

    RispondiElimina