giovedì 20 febbraio 2014

L'indie nostrano e il regime fiscale americano.

L'indie nostrano e il regime fiscale americano.

Nell'ultimo anno mi è spesso capitato di parlare con vari autori che vorrebbero cominciare a pubblicare qualche loro opera mediante il self-publishing, cercando di appoggiarsi a piattaforme di distribuzione consolidate e, possibilmente, gratuite. La scelta è abbastanza ampia, con pro e contro  da valutare caso per caso a seconda delle proprie esigenze e delle proprie necessità e obiettivi. Nei casi in cui la scelta era caduta su Amazon, su Smashwords o su altri distributori globali, l'autore si trovava a scontrarsi con l'opportunità (nota bene, opportunità e NON necessità) di registrarsi presso l'IRS (Internal Revenue Service), che, per capirsi, è l'equivalente della nostra Agenzia delle Entrate. La domanda che più spesso ci veniva rivolta riguardava proprio il come si potesse materialmente fare questa registrazione e cosa comportasse a livello fiscale.

Questo articolo raccoglie le esperienze fatte da me e da mia moglie in questo campo e vuole essere un piccolo vademecum per l'aspirante autore che vorrebbe distribuire le proprie opere su queste piattaforme senza vedersi decurtati i sudati guadagni da tasse e balzelli non dovuti.




Partiamo dal principio…

La stesura di un romanzo (o anche di un racconto, di una poesia, di una raccolta o di una silloge) è un processo spesso lungo e faticoso in cui si alternano momenti puramente creativi e momenti dedicati allo studio, alla preparazione, alla correzione e al lavoro di lima (il cosiddetto editing). Una volta terminato questo percorso, l'autore si trova a dover fare una scelta molto importante e delicata: cercare di battere la via dell'editoria tradizionale inviando la propria opera a una casa editrice o scegliere la strada dell'autopubblicazione, diventando quello che chiamano un autore indie. Se la scelta cade su questa seconda possibilità, l'autore deve trasformarsi in editore e curare l'impaginazione della propria opera aggiungendo anche indici, note, dati di copyright e così via. Dovrà poi improvvisarsi grafico e disegnare (o farsi disegnare) la copertina "perfetta". A questo punto dovrà decidere se pubblicare l'opera in cartaceo o in digitale (o in entrambi i formati), scegliendo a quale struttura affidare la stampa e, in seguito, la distribuzione del libro.

Le piattaforme che si occupano di distribuire libri ed e-book autopubblicati si sono moltiplicate negli ultimi anni, spesso affiancando i propri siti di e-commerce ad altri più grandi mediante convenzioni e affiliazioni (si pensi ad esempio, in Italia, alla piattaforma Stealth di Narcissus). Spesso capita però che l'autore indie scelga di distribuire direttamente su siti come Amazon, Smashwords, Kobo, ecc. La maggioranza di queste piattaforme ha sede negli Stati Uniti e quindi, nei rapporti economici che instaura con gli autori, si rifanno alla normativa fiscale vigente in America. Ogni autore, se vorrà vedersi riconosciuti in pieno i sudati diritti d'autore, dovrà a sua volta uniformarsi a quel sistema, richiedendo di aprire una posizione fiscale presso l'IRS.


La normativa americana prevede infatti una tassazione sui diritti d'autore (e su molti altri introiti) pari al 30%, percentuale che viene prelevata mediante una ritenuta "alla fonte". Ciò significa che il distributore decurterà automaticamente la quota spettante all'autore da ogni vendita del 30%, somma che verserà poi allo Stato. Per quanto riguarda i guadagni derivanti da opere artistiche e d'ingegno esistono però numerosi accordi bilaterali, in forza dei quali l'aliquota applicata viene ridotta o annulata. Nel caso dell'Italia, l'aliquota è pari allo 0%. Ciò che bisogna fare è far sapere all'IRS che i pagamenti che si riceveranno dagli USA sono riconducibili a diritti d'autore e chiedere quindi che venga applicato il relativo accordo con esenzione dall'applicazione della ritenuta del 30%. Qui potete trovare l'elenco di tutte le convenzioni attive.

Per far ciò è necessario innanzitutto ottenere un codice ITIN (Individual Taxpayer Identification Number), se persona fisica, o un codice EIN (Employer Identification Number), che invece è un codice di tipo business. L'ITIN (che corrisponde più o meno ad un codice fiscale italiano) è un codice particolare, riservato a chi è cittadino estero ma percepisce reddito da società USA (come ad esempio Amazon o Smashwords). La scelta è abbastanza indifferente al lato pratico, anche se ritengo che, nel caso ci si appoggi anche a piattaforme che forniscono (gratuitamente o a pagamento) un codice ISBN, l'autore agisce per conto proprio come persona fisica. L'attribuzione di un ISBN esterno qualifica infatti il distributore quale editore dell'opera, nonostante vengano garantiti agli autori tutti i diritti sulle proprie opere. Nel caso in cui l'autore si sia procurato dei codici ISBN personali potrebbe figurare come editore di sé stesso e quindi rientrare pienamente tra i potenziali titolari di EIN.

Per poter richiedere un codice ITIN bisogna che qualcuno rilasci al richiedente una lettera in cui si attesti che questo svolgerà una qualche prestazione per la quale verrà pagato. Nel caso di Smashwords, appena raggiunti i 10 $ di credito si può richiedere l'invio della lettera autografa entrando nella sezione gestione pagamenti, da dove è possibile accedere ad uno specifico form di richiesta (sempre tutto rigorosamente in inglese). Con Amazon è ancora più facile: la lettera viene generata automaticamente, basta accedere al proprio account (su Amazon KDP), accedere alla sezione Help, sottosezione Tax Information Requirements, scaricarsi l'ITIN Letter e completarla con i propri dati e il proprio codice autore (reperibile nella pagina del proprio account). Una volta ottenuta la lettera, dovete andare sul sito dell'IRS e compilare on-line in modulo W-7, che è un modulo di richiesta assegnazione codice ITIN. Una volta compilato il modulo bisogna spedirlo alla sede centrale dell'IRS (indirizzo è: Internal Revenue Service - ITIN Operation - P.O. Box 149342 - Austin, TX 78714-9342), allegando la lettera di smashwords e copia autenticata del tuo certificato di nascita ed una autenticata (meglio se tramite apostilla, richiedibile presso la Prefettura) della tua carta d'identità (in alternativa, se gli mandi copia autenticata del passaporto non serve il certificato di nascita). Nel giro di massimo 8 settimane l'ITIN viene rilasciato. Qui potete trovare le istruzioni per la compilazione e qui un esempio di modulo W-7 compilato (N.B. - nell'esempio alcuni campi facoltativi sono stati lasciati in bianco. Se non li si vuole compilare è obbligatorio inserire la sigla n/a. Nessun campo deve essere lasciato bianco).

A mia moglie, dopo circa un paio di settimane, è arrivata una prima lettera dall'IRS con cui le comunicavano l'avvio della pratica e le restituivano (!) le fotocopie del documento di identità. Dopo altre due settimane le è arrivato l'ITIN vero e proprio.

Una volta in possesso dell'ITIN, l'autore dovrà compilare, sempre sul sito dell'IRS e con le stesse modalità del modulo W-7, il modello W8-BEN (se possibile, ancora più semplice e stringato del precedente - a questo indirizzo di trova un dettagliatissimo file con le istruzioni per la compilazione). Una volta stampato, è sufficiente aggiungere a mano la data e la firma. Questo modulo, che serve per richiedere l'applicazione della riduzione della tassazione alla fonte, va inviato ad ogni soggetto con cui si intrattengono rapporti di distribuzione (per es. uno a Smashwords, uno ad Amazon, ecc.). Qui potete trovare le istruzioni per la compilazione del modulo e qui potete trovare un esempio di modulo W8-BEN compilato.

Va comunque ricordato che questi passaggi burocratici non sono obbligatori. Se non si è in possesso di un codice ITIN si viene pagati lo stesso, solo che ci si rimette il 30%.

1 commento:

  1. Il mio maritino, oltre a farmi da correttore di bozze, fa le veci anche di commercialista... BRAVO!

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