mercoledì 7 gennaio 2015

Liebster Award 2014

Liebster Award 2014

Cari amici,
qualche mese fa (sic!) ho ricevuto un’inaspettata nomination al premio Liebster Award 2014 da parte di Carlo Armanni, blogger di “Aspirante Scrittore”. Mi ero ripromesso di “occuparmi” della cosa quanto prima e così eccomi qua… SOLO un paio di mesi di ritardo e ci sono arrivato.

Questo premio, pensato per i piccoli blog con meno di 200 follower (e qui direi che ci siamo in pieno), ha le sue regole che prevedono nomination, domande e risposte. Siccome ho ormai sforato l’anno, ho deciso di onorare l’impegno ma di modificare le regole, saltando alcune parti (se verrò ricandidato, giuro che quest’anno sarò più diligente).

Non nominerò quindi altri blog (che candidare qualcuno ad un premo dell’anno prima mi sembra un po’ assurdo), né quindi porrò ad alcuno le mie domande. Mi limiterò a dirvi 11 cose di me (e cercherò di essere il più criptico possibile) e a rispondere alle 11 domande che mi ha girato Carlo (e vi avverto, oggi sono sull’acidino andante, così aspettatevi un po’ di pepe).

Se volete, leggete qui sotto il seguito.


11 cose su di me:
  1. Onnivoro, ma più che altro “onnicarnivoro” [Carlo, Fiorentina (la bistecca) forever!]
  2. Diversamente pettinato
  3. Diversamente magro
  4. Chitarrista a tempo perso
  5. Scrittore a tempo perso
  6. Pescatore a tempo perso (da poco)
  7. Ingegnere Edile (figura che, non tutti sanno, lavora più che altro per la gloria)
  8. Lettore senza preferenze di genere
  9. Alcune migliaia di interessi diversi su cui disperdere le proprie forze
  10. Organizzato e, quando è il caso, preciso programmatore
  11. Improvvisatore a 360° (cosa che non contraddice il punto precedente)
Le mie risposte:
  1. A che età hai iniziato a scrivere?
    Se parliamo di narrativa, ho cominciato ad aprile/maggio 2013
  2. Come ti vedi tra 30 anni?
    Come vent’anni fa, solo un po’ più vecchio fuori
  3. Il libro che ti è rimasto nel cuore?
    Tanti e di tanti generi diversi… Così su due piedi di dico “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov
  4. Il libro peggiore che hai letto?
    Pochissimi, anche perché riesco a capire abbastanza presto se un libro mi piace o no, così quelli che non mi vanno giù per una ragione o per l’altra li abbandono abbastanza presto (e no, non credo a chi ti dice che “se vai avanti nella lettura, alla fine ti ricrederai e ti piacerà”. Ho letto molti libri che non erano proprio di mio gusto, ma nei quali riconoscevo altre qualità: originalità, intelligenza, sensibilità, ecc. Un libro brutto resta brutto e basta.) Per il resto, ti posso solo dire che detesto i libri scritti in italiano-per-modo-di-dire e quelli banali e sciocchi (tipo… non te lo dico). Polemico, vero?
  5. Parlami del tuo rapporto con gli avverbi che finiscono in –mente
    Bellissimo. Finora non mi hanno mai fatto niente di male. Anzi, mi stanno pure abbastanza simpatici. Come tutte le cose, l’importante è usarli al posto giusto e tener presente che una cosa sono le regole (da rispettare), dall’altra le convenzioni (da applicare SOLO quando l’orecchio lo richiede – ricordiamoci che la nostra è una lingua musicale).
  6. Casa editrice o autore indipendente?
    Indifferente. Ho avuto (nel mio piccolo, ma soprattutto in relazione ai libri di mia moglie) a che fare con entrambi. L’importante è la serietà. Punto. Ognuno poi ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Basta sapere a cosa si va incontro.
  7. I tuoi libri: gratis e letti da tanti, oppure poche copie vendute a pagamento?
    Io lego molto le mie scelte al lavoro che ci ho messo dietro. Alcuni miei racconti li ho messi a disposizione gratis, la mia antologia l’ho messa a pagamento. L’ideale sarebbe una via di mezzo: letti da un buon numero di persone ad un prezzo onesto. Se l’opera è buona, in qualche modo saprà dare delle soddisfazioni all’autore.
  8. Quanto tempo dedichi alla settimana a blog e social network?
    Pochissimo. Ultimamente non ho un attimo libero. Ad oggi ho una media di 4-5 post al mese sul mio blog (rispetto solo l’uscita fissa come guest-blogger sul blog di Romina Tamerici, perché un impegno è un impegno). Sui social direi qualche minuto alla settimana.
  9. Twitter, Facebook o Instagram: quale ti rappresenta di più?
    Nessuno. Sono abbastanza anti-social, anche se mi rendo conto che oggi è difficile farne a meno. Per ora ho solo un profilo e una fan-page su Facebook.
  10. Ricevi una pessima recensione: come ti comporti?
    Onestamente: mi può dar un po’ di fastidio ma non mi cambia la vita. Mi spiego. Anche se di solito scrivo di getto (per mancanza di tempo, purtroppo), se pubblico qualcosa è perché me la sono rivista e sono abbastanza sicuro che, se anche può non piacere, non è una schifezza integrale (tra l’altro, un autore sa benissimo giudicare se quello che ha scritto ha un perché oppure no; in caso contrario o è un auto-illuso o non è un autore). Una recensione negativa può sempre essere utile per migliorare o accorgersi di qualche svista madornale che può sempre capitare. Una stroncatura totale è probabilmente frutto o di una lettura approssimativa, di preconcetto o di scarsa preparazione del critico (nel senso che purtroppo oggi gira un sacco di gente che si ritiene in grado di giudicare avendo un bagaglio culturale e letterario che definire ridicolo è riduttivo). Detto questo: non ritengo certo di essere questo gran scrittore, ma almeno sono onesto con me stesso rispetto a ciò che faccio.
  11. Hai mai letto un manuale di scrittura o frequentato corsi?
    No. Ne ho visti alcuni, così come ho conosciuto varie persone che hanno seguito corsi in istituti più o meno famosi, ma questo non ha fatto che confermarmi nella mia opinione. Non si può insegnare a qualcuno a scrivere bene. Tutte queste cose sono come le leggi statistiche: in generale vanno benissimo ma poi non si possono applicare ad alcun caso singolo. Vanno bene solo se prese nelle giuste dosi, senza cioè aspettarsi di ricevere la verità rivelata. L’unico vero segreto per scrivere bene è PARLARE BENE. Se non conosci la tua lingua, non potrai mai esprimerti bene o comporre un’opera di pregio, a prescindere dalla fantasia e dal talento. Ti dirò, il problema di gran parte dei giovani autori (ma non solo) è che non sanno parlare correttamente l’italiano. (Uhm, l’intervista più polemica della mia carriera, ma che volete, oggi buttava così).
Bene… e anche questa è fatta.

Alla prossima!

2 commenti:

  1. Ciao Davide,
    ho letto con un sorriso e con piacere alcune tue risposte... grazie ancora per aver partecipato all'iniziativa, sei stato simpaticissimo ;-)

    RispondiElimina
  2. Per chi non mi conoscesse... sono la moglie!!! Le cose di lui dalla 1 all' 8 sono corrette... la numero 9 può essere semplicemente detta in due parole: dispersivo e inconcludente. i numeri 10 e 11 non si sono mai visti!!! Le risposte sono tutta propaganda... Hahaha! Ciao... Amore!!!

    RispondiElimina